Giornale di Sicilia: “Convenzione per lo stadio scaduta, braccio di ferro con il comune. La società non paga da 10 anni”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha analizzato la situazione relativa la convenzione dello stadio “Renzo Barbera”. Ecco quanto si legge:

“Convenzione scaduta da almeno due lustri. Una richiesta di rinnovo che non convince alcuni esponenti politici in Consiglio comunale. Un braccio di ferro si è innescato fra la società del Palermo calcio che gestisce lo stadio «Renzo Barbera» e il Comune che ne è prietario. La richiesta di revisione dell’atto è arrivata in seconda commissione che si occupa di Bilancio e patrimonio. Ma non convince del tutto. La principale ipotesi di modifica riguarda la possibilità che la società presieduta da Giovanni Giammarva possa effettuare sulla struttura interventi di manutenzione straordinarie e defalcare le somme dal canone annuo da corrispondere a Palazzo delle Aquile. Ma su questo si è alzato un muro. Soprattutto in seguito all’audizione dei funzionari comunali che hanno confermato che l’amministrazione non incassa il canone di circa 300 mila euro all’anno, da oltre dieci anni. Zero, nemmeno il becco di un quattrino, pur essendo proprietarià dell’immobile. Una questione delicata, che investe i rapporti fra l’ente e la società di viale del Fante, e che se non gestita con equilibrio rischia di fare saltare i rapporti e trasformare la questione in un affare per avvocati. Al momento, però, non ci sono le avvisagiie. ll presidente Gianunarva, anzi, conferma l’intenzione e di «proseguire nel confronto per pervenire a una soluzione». Ma certo, la disponibilità di Giammarva non significa adesione alle criticità manifestate dalla commissione. «Noi abbiamo effettuato alcuni lavori di manutenzione straordinaria- spiega- che se sommati portano la nostra società a essere in credito. Ma al tavolo tecnico istituito da due anni noi abbiamo detto che siamo disposti a rinunciare alle somme (sarebbero oltre 100 mila euro). Ma abbiamo anche sollecitato i più alti livelli del Comune a chiudere una volta e per tutte la vicenda». Soluzione che, però, può non essere a portata di mano. […]”