Gazzetta dello Sport: “Quaison illude il Palermo. Ma il Pescara è ancora vivo”

“Tutto potevano immaginare i tifosi del Palermo, ma non certo di assistere nei minuti di recupero a un monologo del Pescara. Ebbro di felicità per l’ultimo 4­3 col Genoa e per l’acuto di Quaison nel primo tempo, il popolo del Barbera deve ricredersi all’improvviso e accettare un verdetto giusto. Non solo i 3 punti quasi ormeggiati in porto sfuggono via, ma poteva scapparci anche un incredibile k.o. se Posavec non avesse azionato bene i riflessi al cospetto di Memushaj nei titoli di coda. Alla fine a servire la beffa dell’1­1 è Biraghi su rigore, un pareggio che premia la cattiveria agonistica degli ospiti ma che in fin dei conti serve poco a entrambi in quel minitorneo che è la lotta salvezza. LA SVOLTA Al Barbera succede che due squadre dal modulo speculare si aspettino in attesa dell’errore altrui, come due pugili sul ring a lungo in fase di studio ma pronti al colpo da k.o.: ne vien fuori una prima mezz’ora in cui il Pescara ci prova per primo, ma col passare dei minuti sale di tono Diamanti, il creativo della banda rosanero, che come un surfista cambia posizione all’occorrenza fiutando l’onda e disorientando il dirimpettaio Bruno. E il Palermo guadagna così metri di campo in una sorta di reazione a catena: non è un caso che il filtrante giusto parta dall’esterno del biondo trequartista, abile ad innescare nello stretto Quaison, il cui movimento rapido con tracciante all’incrocio dei pali al 33’ non lascia scampo a Bizzarri, in una sorta di riedizione delle gesta passate del suo maestro Vazquez o di Miccoli. Gli abruzzesi accusano il colpo e, benché disposti bene in campo da Oddo, non hanno il timing giusto per ispirare le incursioni di Caprari e Pettinari. Questione di qualità, principalmente, non di timidezza. PESCARA FELICE Il Palermo si risintonizza sulle frequenze giuste anche nella ripresa, continuando ad interpretare il match alla costante ricerca del gol. Ma col passare dei minuti i siciliani finiscono per adagiarsi sulla rete del vantaggio e danno per scontata la graduale uscita di scena degli avversari. Ed invece Oddo e i suoi non ci stanno. La bravura del Pescara consiste nella rapidità con cui si sviluppa il cambio di passo a centrocampo in coincidenza con l’ingresso in campo di Cristante e l’avanzamento di Memushaj e Benali a fianco di Caprari e Pettinari. I siciliani commettono l’errore di arretrare il baricentro e gli ospiti ci credono sempre di più. Gli ultimi minuti diventano incandescenti. Prima Fornasier pareggia al 44’ in mischia in posizione di dubbio fuorigioco (gol annullato), poi Gonzalez sale sul podio alla rovescia atterrando ingenuamente Caprari in area (freddo Biraghi dal dischetto), infine Memushaj sfiora il colpo del k.o. all’ultimo istante sbattendo sul muro di Posavec, salvatore della patria. E il match va incontro al suo destino: che per il Palermo significa delusione, per gli abruzzesi gioia”. Questo quanto scritto da “La Gazzetta dello Sport”.