Gazzetta dello Sport: “Parma brinda alla B. La rinascita del Ducato due anni dopo il fallimento”

La seconda promozione consecutiva è servita. La rimonta del Parma verso il ritorno in Serie A dopo la clamorosa esclusione di due anni fa prosegue. La rinascita in Serie D con la cavalcata trionfale in Lega Pro, seguita da un successo più sofferto, attraverso questi infuocati play-off, per arrivare in Serie B. E avanti, rispettando i programmi, dando sostanza ai grandi investimenti e alle enormi aspettative. Applausi. Applausi dalle migliaia di tifosi al seguito e da uno in particolare: Stefano Pioli, nuovo allenatore della Fiorentina, presente con il d.s. Corvino per vedere la sua squadra conquistare questo successo, a suo modo storico. E negli stessi minuti, a Cesena, altra festa per il Parma, che si è laureato campione d’Italia Lega Pro con l’Under 15 (1-­0 sulla Cremonese).

TERZO FLOP GRIGIO A Firenze la promozione del Parma è arrivata battendo con merito l’Alessandria, al tappeto in finale ma colpevole di aver perso la B almeno tre volte in questa stagione. La prima è stata quella più
clamorosa, con il vantaggio di 11 punti sulla Cremonese dilapidato in un girone di ritorno sciagurato. La seconda quella più beffarda, alla penultima giornata, col pareggio sul campo della Lupa Roma che non ha consentito il sorpasso sulla stessa Cremonese, sconfitta in contemporanea a Livorno. La terza è stata questa, senza rimorsi perché la sconfitta ci sta tutta, semmai rammaricandosi per aver giocato male.

LA PARTITA Il Parma, malgrado un giorno di riposo in più, è parso più stanco, forse per i supplementari di martedì. Ma il gol in avvio l’ha messo in condizione di gestire bene la partita. Un gol figlio della classe dei suoi interpreti. Lancio in verticale di Scozzarella (recuperato dopo l’infortunio in semifinale), palla a Calaiò che con un gran dribbling s’è bevuto Gozzi e ha crossato per l’inserimento di Scavone, bravo a schiacciare di testa in rete. Erano passati 11 minuti ed è stata la svolta. Perché l’Alessandria ha accusato il colpo, non ha reagito, ha continuato a balbettare, rivelandosi maldestro e impacciato in zona gol, senza riuscire a liberare Gonzalez e soprattutto Fischnaller contro i più lenti Di Cesare e Lucarelli. Meglio nella ripresa i grigi, cresciuti atleticamente (per la disperazione del risultato e per il calo degli avversari) malgrado il caldo torrido. Pillon ha via via rinforzato il plotone offensivo con Iocolano, l’ex Evacuo e anche Piccolo (un difensore inventato centravanti), ma la palla quando bisognava calciarla in porta pareva di cemento. Merito anche del Parma, esperto, solido, capace di spezzare il ritmo in tutti i modi e a ripartire. Trovando così il raddoppio, dopo l’ennesimo errore in disimpegno di Celjak e un batti e ribatti in area che il caparbio Nocciolini ha trasformato in rete (21’). Una mazzata per l’Alessandria, alla prima sconfitta nelle 6 gare con Bepi Pillon in panchina. Chissà se il club grigio ci riproverà.

IL PROTAGONISTA A trionfare è stato Roberto D’Aversa, con la sua saggezza tattica e l’abilità nella lettura delle situazioni. Il tecnico, nel finale, s’è chiuso con il 5­3­2 e il Parma non ha rischiato nulla. Alla fine s’è tolto qualche sassolino: «Il merito non è mio, ma dei giocatori, dopo tante critiche ingiuste: si meritano delle scuse. La sofferenza col Pordenone ci ha dato la forza per battere l’Alessandria. Spero di crescere ancora con il Parma: questo per me è un punto di partenza»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.