Gazzetta dello Sport: “La Fifa alle presidenziali, Infantino e Salman in pole. Ecco tutti i candidati, qualcuno teme un altro blitz degli investigatori…”

“Domani la Fifa volta pagina. Il Congresso di Zurigo sceglie il successore di Blatter, presidente-padrone dal 1998 al 2015. Ecco una guida ai due giorni che potrebbero cambiare il calcio. 1 Chi vuole diventare capo del calcio? Due europei, due asiatici e un africano. I favoriti sono lo sceicco del Bahrein, Salman AlKhalifa, 50 anni, e il segretario Uefa Gianni Infantino, italosvizzero, 49. Non si è arreso il principe giordano Ali, 40, sconfitto da Blatter l’ultima volta (133-73): non dovrebbe avere più di 20/30 voti. Il Tas ha respinto la richiesta di cabine trasparenti, ma non si possono portare telefonini. Poi il ricco sudafricano Tokyo Sexwale, 62, e l’ex funzionario Fifa, il francese Jerome Champagne, 57. Per loro è dura. 2 Come si vince? È un’elezione a eliminazione. Al primo scrutinio servono i due terzi dei votanti presenti: squalificati Kuwait e Indonesia, votano in 207. Quindi 138 voti. Se nessuno li raggiunge (probabile) si continua a votare. A ogni turno si esclude l’ultimo, finché un candidato non prende la metà dei voti più uno (104). Si rischiano tempi lunghi. La Fifa intanto non si smentisce: ha chiesto – chi comanda? – ai 5 candidati di conoscere il contenuto dell’eventuale discorso presidenziale. Infantino ha replicato: «Dirò quello che voglio, in caso». E ci mancherebbe. Un’altra figuraccia. 3 Al Congresso si parlerà di bilancio e riforme. Soltanto parole? La Fifa non può più scherzare. Il bilancio è in perdita di un centinaio di milioni di dollari, colpa anche della crisi d’immagine. Le riforme sono importanti e chissà se sufficienti. In sintesi: 1) non più di 3 mandati (12 anni) per presidente, «esecutivi», revisori e giudici; 2) trasformazione dell’Esecutivo di 25 membri in Consiglio di 37 (di cui 6 donne), perché il precedente nome fa rima con corruzione; 3) separazione tra politica (presidente) e amministrazione (segretario, con più poteri di prima); 4) riduzione delle commissioni da 26 a 9; 5) controlli periodici di integrità; 6) apertura Fifa a giocatori, club, leghe, arbitri, allenatori. 4 Alla vigilia dell’ultimo Congresso, l’Interpol lanciò una spettacolare operazione con arresti eccellenti. E se la cosa si ripetesse? Chi può escluderlo. L’altro ieri la giustizia svizzera ha comunicato che ci sono 150 operazioni bancarie sotto osservazione, tutte legate a Russia 2018 e Qatar 2022, i mondiali più «corrotti» di sempre. In Svizzera non c’è più il segreto bancario: potrebbero essere scoperti «insospettabili». Si dice poi che Scotland Yard si stia interessando al cipriota Marangos che aveva denunciato alla Gazzetta il voto corrotto per l’Euro 2012 e poi – gli inquirenti sospettano sia stato pagato –, ha ritrattato e ora sembra scomparso. 5 Perché oggi a Zurigo anche un Congresso straordinario Uefa? Perché dev’essere approvato il bilancio. E perché servono modifiche agli Statuti. Ma il Congresso vero sarà il 3 maggio a Budapest: l’Uefa eleggerà il nuovo presidente, se Platini non sarà assolto dal Tas, per non presentarsi senza all’Europeo. Se il francese fosse ancora out, e Infantino non vincesse le elezioni Fifa, l’Uefa dovrebbe votare quest’ultimo. Altrimenti sarebbe una figuraccia. 6 Cosa può succedere domani? Sono tutti convinti che nessuno vincerà al primo colpo e che se la giocheranno Salman e Infantino. Uno dei paradossi è che il Kuwait, sanzionato, non può votare: il potente sceicco kuwaitiano Al Sabah controlla 50 voti, forse più, e li aveva promessi a Platini. Se li spostasse su Infantino deciderebbe le elezioni. Sexwale potrebbe ritirarsi. E infine c’è la prospettiva – negata dagli interessati – di un ticket tra Salman (presidente) e Infantino (segretario). Tutto può succedere”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.