Gazzetta dello Sport: “Incredibile Cellino: manda via tutti. Embalo…”

“La restaurazione dopo la rivoluzione. Cambiare tutto per non cambiare niente, visto che il Brescia di Massimo Cellino ritorna gattopardescamente sui suoi passi dopo il ribaltone d’autunno. Via Pasquale Marino, riecco Roberto Boscaglia. In soffitta i propositi di difesa a quattro, si resta a tre. E poi c’è chi dice che i moduli non contano. Hanno pesato incomprensioni sul mercato, ma è soprattutto il nodo tattico a esser stato decisivo nella scelta del presidente, che fa dietro-front all’improvviso nel momento teoricamente meno adatto: a mercato riaperto, quando la squadra si può ricostruire venendo in contro alle esigenze dell’allenatore che si è deciso di sposare con un contratto lungo (fino al 30 giugno 2019), il primo assunto nella nuova gestione biancazzurra. VIA TUTTI Marino nei piani celliniani doveva essere l’allenatore del rilancio dopo due mesi grigi, e con lui era stato concordato il periodo di ritiro a Latina per un richiamo robusto di preparazione in vista della ripresa del campionato, in programma domenica al Rigamonti contro l’Avellino. È invece il 30° esonero di una carriera presidenziale a mille all’ora. E possono andarsene con lui anche i dirigenti Nicola Salerno, Paolo Cristallini e Francesco Filucchi. Il nuovo d.s. potrebbe essere Francesco Marroccu (che al momento è legato alla Feralpi Salò). L’alternativa è Stefano Capozucca. Entrambi vecchie conoscenze del presidente. I MOTIVI Cellino aveva sostituito Boscaglia con Marino l’11 ottobre scorso, dopo una sconfitta con l’Entella, perché quello che gli stava dando il Brescia fino a quel momento non gli bastava. «Non conosco bene Boscaglia e così non riesco a conoscere bene la squadra, ho paura di retrocedere e ho bisogno di più certezze: dopo due mesi non ho ancora capito con che Brescia ho a che fare e questo è un problema», aveva dichiarato il presidente, che aldilà dei punti (pochi: 10 in 8 gare) rimproverava al tecnico di Gela un eccesso di prudenza, con l’impiego della difesaatre. Marino era stato individuato come «allenatore con cui costruire un progetto, un profilo da Serie A: con lui posso capirmi perché ci conosciamo da anni». Con Marino il gioco in questi mesi si è visto a sprazzi, al di là dei punti (meno di prima, a una media da playout: 13 in 13 giornate). Ma era subentrato alla guida di una squadra lontana dalle sue idee e il patto era chiaro: rifarla a gennaio a immagine e somiglianza del suo calcio. Con Marino, Caracciolo e compagni sono andati in ritiro a Latina e si sono ricompattati in un bel clima provando schemi e soluzioni in base alla difesa a quattro. Ma dal mercato i giocatori giusti non sono arrivati (niente Mazzotta, congelato Embalo) e a quel punto Cellino si aspettava la conferma dell’assetto a tre, che avrebbe richiesto un intervento sul mercato meno massiccio e complicato. Il confronto di ieri ha determinato la rottura definitiva, perché Marino non ha accettato diktat tattici. Nei giorni scorsi Cellino, che si è detto «profondamente deluso dalle ultime settimane», aveva già contattato Di Carlo e poi richiamato Boscaglia. Che si appresta così a vivere la sua terza avventura sulla panchina del Brescia, dopo lo scorcio iniziale di questo torneo e soprattutto la buona annata 2015-16 (salvezza in scioltezza dopo aver coltivato sogni di playoff)”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.