Escl. Tosto: «Salvezza Palermo? Prima devono crederci i calciatori. Zamparini…»

Vittorio Tosto è un difensore centrale classe ‘74 che ha militato in diverse squadra di serie A e di serie B. Tra queste, possiamo elencare club del calibro della Sampdoria, della Fiorentina, del Torino, del Genoa e del Napoli. Proprio quest’ultima squadra affronterà domenica sera al “San Paolo” il Palermo, attualmente senza un tecnico definito. Di questo e di tanto altro, dunque, abbiamo parlato proprio con Tosto, contattato in esclusiva dai microfoni di Ilovepalermocalcio.

Come vedi la gara Napoli-Palermo di domenica sera al “San Paolo”?

«Naturalmente è una partita che sulla carta dà un pronostico a favore del Napoli, proprio per il momento positivo che sta vivendo la squadra e per i risultati che ha ottenuto. Attualmente sta esprimendo veramente un gioco spettacolare e sta ottenendo splendidi risultati, non ultima la vittoria contro il Milan e il passaggio del turno in Tim Cup. Dunque sta lottando su tutti e 3 i fronti: Champions League, scudetto e Coppa Italia; naturalmente quindi questo crea entusiasmo che viene mostrato esprimendo un ottimo calcio. E’ una situazione ottimale a differenza del Palermo che sta vivendo una situazione difficilissima e complicata. A livello di umore, dunque, da una parte c’è massimo entusiasmo e dall’altra un entusiasmo al minimo. Si prospetta quindi una partita su questo umore».

Avendo tu stesso giocato in diversi club, come credi che i giocatori rosanero, dal punto di vista mentale, possano reagire all’ulteriore cambio di allenatore nella panchina del Palermo?

«In questa situazione nello spogliatoio rosanero ci sarà incertezza totale, perché subentra la mancanza di un punto di riferimento e si cerca sempre la continuità. Purtroppo cambiando spesso poi non si riesce a far giocare sempre gli stessi, non si trova una base con l’undici di formazione, si cambiano spesso giocatori, ruoli e tipo di gioco. Così facendo quindi è difficile trovare l’assestamento migliore e diventa penalizzante al massimo».

Nel corso della tua carriera avrai incontrato Eugenio Corini. Ce lo racconti?

«Corini era un avversario sicuramente da temere sotto tutti i punti di vista. Bisognava naturalmente tenerlo d’occhio, soprattutto perché era un costruttore di gioco ed era uno che faceva girare benissimo la squadra. Poi riusciva sempre a verticalizzare rendendosi pericolosissimo. Era un giocatore che andava tenuto sotto controllo, andava marcato e non andava fatto giocare per la facilità che aveva lui nel giostrare la palla. Poi sui calci da fermo era anche temutissimo, poteva sempre incidere sulla partita. E’ stato un giocatore fantastico, inutile nasconderlo».

Come pensi che possano vivere i calciatori del Palermo il rapporto con un presidente così vivace come può esserlo Zamparini?

«Ormai i patron sono tutti un po’ vivaci, pretendono i risultati e vogliono il massimo rendimento dai propri giocatori. Quando si gioca in A o a certi livelli, è giusto andare d’accordo con la proprietà e con i presidenti. Il livello deve essere alto, la prestazione sempre al 100% e durante la settimana bisogna dare il massimo. Sono situazioni, per così dire, che una società chiede e in questo caso Zamparini sta dando e dà tanto mantenendo gli impegni. Poi è ovvio, i risultati e i programmi si possono sbagliare, così come la scelta di un allenatore o l’acquisto di un giocatore. Però i calciatori devono mettere da parte la vivacità di un presidente e devono riuscire a tenere alte le prestazioni».

La sorpresa di quest’anno del Palermo è Ilija Nestorovski, attaccante macedone andato in gol già 7 volte. Come descrivi questo attaccante rivelazione di serie A?

«Lui si sta dimostrando ormai un giocatore davvero importante per il Palermo. Ha nel suo repertorio, oltre che la forza, anche le caratteristiche per il nostro campionato. Ha una tecnica di base importante e ottimi piedi che gli fanno fare un salto di qualità. Sta dimostrando di essere pronto anche per andare avanti nel nostro campionato. Il suo rendimento, inoltre, nonostante la squadra non abbiamo avuto un grande rendimento dal punto di vista dei punti, è rimasto comunque di un certo livello, senza mai abbassare nemmeno le prestazioni dal punto di vista fisico. Questo dimostra che nelle difficoltà, lui ha un aspetto psicologico importante».

Infine, pensi che il Palermo abbia una minima possibilità di potersi salvare?

«E’ ovvio che i punti a disposizione impongono la mentalità di doverci credere, perché sono ancora tanti, possiamo dire quasi tutto il girone di ritorno. Sommando i punti a disposizione, dunque, la matematica dice che paradossalmente il Palermo può puntare ad un’Europa League vincendole tutte. E’ importante capire l’aspetto mentale della piazza e della società, ma anche dei giocatori stessi. Bisogna capire se realmente ci credono tutti quanti insieme a voler fare un miracolo calcistico. Dunque i punti a disposizione potrebbero far vedere il bicchiere mezzo pieno, bisogna solo capire se il Palermo ci crede».