Escl. Migliaccio (integrale): «Zamparini ha dato tanto a Palermo, ma il feeling è finito. Mio rapporto con lui…»

Le dimissioni dalla carica di presidente del Palermo da parte di Maurizio Zamparini hanno messo un punto ad un’era durata ben 15 anni. Stagioni che hanno reso l’ormai ex patron rosanero il presidente più amato e più odiato della storia del club di viale del Fante. Anni che hanno visto passare da Palermo tanti (forse troppi) allenatori, molti direttori sportivi e soprattutto calciatori che hanno lasciato il segno nella squadra del capoluogo siciliano. Uno dei tanti ex ricordati con tanto affetto dal pubblico palermitano è Giulio Migliaccio, che ha indossato la maglia rosanero per cinque stagioni, precisamente dal 2007 al 2012. Cinque stagioni durante le quali il Palermo si è qualificato in Europa League ed ha conquistato la storica finale di Coppa Italia contro l’Inter.

L’ex numero 8 rosanero, oggi in forza ad una lanciatissima Atalanta, ha dunque vissuto in prima persona gli anni d’oro del Palermo di Maurizio Zamparini ed è per questo motivo che abbiamo deciso di contattarlo in esclusiva per commentare l’addio del patron friulano. Ecco le sue parole: «È una situazione che si avvertiva già da diversi anni. Anche dall’esterno si capiva che non c’era più feeling con la tifoseria e con l’ambiente. Faccio ancora fatica a credere a questa notizia, però parlando dell’esperienza mia e dello Zamparini che ho conosciuto posso soltanto dire che sono stati 5 anni fantastici sotto ogni punto di vista. In questi cinque anni abbiamo fatto circa 300 punti! Erano annate bellissime, ho il ricordo di una persona sempre generosa con la squadra. Non ci faceva mancare nulla, posso solamente ringraziarlo perché mi ha fatto vivere anni fantastici. Allestiva squadre forti, ce la giocavamo sia in Italia che in Europa. Certo, ha avuto sempre la mania di “cambiare”, sia i direttori sportivi che gli allenatori. Ma erano cose che riguardavano loro e che non avevano ripercussioni sulla squadra. Come mai? Avevamo degli organici molto forti, quindi dei vari cambiamenti ne risentivamo davvero poco. A differenza di oggi, quando ero a Palermo in squadra c’erano tanti italiani e molti calciatori esperti. È normale che una squadra giovane possa risentirne di più, anche se comunque può capitare anche ad una squadra esperta. Detto questo non posso che ribadire quanto Zamparini sia stato generoso come presidente nel corso dei miei cinque anni a Palermo. Per il resto ho seguito poco le vicende dei rosanero. Posso solo parlare bene, perché mi ha dato la possibilità di giocare e crescere in una squadra importante».

Cosa pensi della protesta dei tifosi contro Zamparini? Soprattutto negli ultimi due anni si è fatta sempre più veemente…

«Sono delle vicende che non ho vissuto in prima persona, ma credo che la retrocessione e le ultime campagne acquisti li abbiano un po’ delusi. Sicuramente la salvezza raggiunta all’ultima giornata o la retrocessione in serie B avranno segnato i tifosi. Ci può stare quindi che Zamparini abbia preso la decisione di dimettersi visto il rapporto degli ultimi tempi con i tifosi, anche se, ripeto, faccio ancora fatica a crederci».

Che rapporto avevi con il presidente Zamparini?

«Un rapporto fantastico, davvero fantastico. C’era una stima reciproca incredibile. Lui mi ha dato tanto e io ho cercato sempre di ricambiare sia dentro che fuori dal campo, da professionista. Era un presidente abbastanza presente, nei momenti che contavano c’era sempre».

In chiusura, qual è il tuo 11 ideale degli anni trascorsi a Palermo?

«Il mio 11 ideale è: Sirigu in porta; difesa a quattro con Kjaer e Bovo centrali, affiancati da Cassani a destra e Balzaretti a sinistra; davanti la difesa Liverani, insieme a Migliaccio e Nocerino; infine tridente offensivo composto da Pastore, Cavani e Miccoli».