Escl. Fontana (integrale): «Corini salverà i rosa. Quando giocavamo a Palermo…»

Domenica alle ore 15 Palermo e Chievo Verona si affrontano in un’importante sfida che, in caso di vittoria, potrebbe rilanciare il campionato della squadra rosanero. Della partita e delle varie tematiche in casa Palermo noi di Ilovepalermocalcio ne abbiamo discusso con parlato con l’ex portiere di Palermo e Chievo Alberto “Jimmy” Fontana. Ecco le sue parole rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni:

Domenica Palermo e Chievo Verona si sfideranno, che gara si aspetta?

«Una finale, come la finale che il Palermo ha giocato a Firenze. L’atteggiamento dei rosanero contro la Fiorentina mi è piaciuto tantissimo e onestamente devo dire che il risultato della gara è stato un po’ ingiusto. Domenica ho visto un Palermo determinato, un Palermo dove anche al 90′ le punte correvano dietro a tutti. Adesso c’è una finale in casa dove bisogna pensare che la vittoria sarebbe una cosa fantastica. Si gioca contro un’ottima squadra perché il Chievo è una realtà bellissima del calcio italiano che tutti gli anni si salva cambiando poco e con dei giocatori importanti. Ma il Palermo in casa deve ricreare quei presupposti affinché il “Barbera” torni ad essere uno stadio difficile per gli avversari».

Quella di domenica può essere la partita della svolta per il campionato del Palermo?

«Il Palermo deve pensare a 20 finali una alla volta senza guardare la classifica. Altrimenti se ti fermi e guardi la classifica non fai bene. Domenica ho visto un grande passo in avanti, ma adesso in casa deve farne un altro piccolo. Però Eugenio sa quello che deve fare e credo che per il Palermo sarà importantissimo ricucire il rapporto con la tifoseria»

Corini è l’uomo giusto per risollevare le sorti del Palermo?

«Sì. Zamparini ha fatto un passo indietro richiamando un beniamimo della piazza. Corini è un ragazzo serio che si è guadagnato tutto sul campo. Eugenio avrà anche in mente quello che gli potrà servire al Palermo a gennaio. Credo che se c’è la  possibilità di integrare una rosa è giusto che la società lo faccia. Cosa manca? Io non sono in grado di dirlo. Ma sono sicuro che Corini, che vede la squadra tutti i giorni, avrà le idee ben chiare su quello che manca. Ma da fuori è difficile dare un parere».

Da ex portiere che idea si è fatto su Posavec?

«A me piace questo ragazzo. E’ giovane e quindi ha tutti i pregi e difetti di un ragazzo giovane. A Firenze aveva commesso un grave errore, ma per fortuna l’arbitro ha annullato un gol. Ma poi ha giocato bene. E’ logico che un portiere giovane può avere delle difficoltà se si trova in una squadra che ha cambiato tanto e che si ritrova senza uno zoccolo duro. Per alcuni è un anello debole, ma per me non lo è. Io vedo un ragazzo molto interessante che a me piace».

Ci racconta un aneddoto di Corini al Palermo?

«Eugenio è un ragazzo gradevole, semplice e simpatico. Una personsa che rappresenta lo stereotipo che spesso si ha di un calciatore. Eugenio è una persona semplice e sopratutto un grande professionista. In campo lo vedevi già che era un allenatore e poi il ruolo di regista lo aiutava. Il regista deve dare i tempi alla squadra e quindi già da calciatore è abituato a vedere molte cose in più. E’ un ragazzo che vedeva le cose prima degli altri. Per questo motivo la sua carriera da allenatore è partita subito, perché ci sono delle persone che grazie al ruolo e alle attitudini riescono a comprendere meglio le cose. E poi bisogna ringraziare anche Zamparini per aver fatto un passo indietro dando la possibilità ad una bandiera del Palermo di gestire questa situazione difficilissima. Ma Eugenio è un ragazzo che ne capisce e che quindi ha le qualità per raggiungere questo traguardo».

E della gestione De Zerbi cosa ne pensa?

«Non conosco De Zerbi. Mi dispiace che qualcosa non abbia funzionato, perché nessuno è contento che le cose siano andate male. Probabilmente Palermo è una piazza importante, difficile e con un passato tosto. Perché in passato ha lottato per posizioni importanti e quindi la gente ha in mente quel Palermo lì. Pensa alle squadre di Eugenio piene di nazionali, di campioni del mondo. E questo è un fantasma che un ragazzo giovane che viene da fuori non riesce a capire e a gestire. Palermo è una piazza esigente perché è stata abituata bene. Eugenio conosce tutto di quell’ambiente. Poi mi è piaciuto tantissimo l’atteggiamento di Firenze. Domenica vedevi  gente come Quaison o Nestorovski che al 90′ correvano dietro tutti mi ha dato l’idea che Eugenio sia già entrato nella testa dei calciatori. Gli avrà spiegato che bisogna correre fino al 90′ altrimenti non si raggiunge il risultato».

Per la partita di domenica il Palermo ha adottato una politica dei prezzi molto vantaggiosa per i tifosi. Vuole mandare un messaggio ai suoi vecchi tifosi affinché tornino a sostenere la squadra allo stadio come succedeva ai suoi tempi?

«Ai tifosi dico di chiudere un occhio. E’ vero che ci sono state delle incomprensioni e delle polemiche, ma mi viene da dire solo questo: chiudete un occhio. Adesso è tornato Eugenio, un ragazzo che si è conquistato la città sul campo attraverso i suoi atteggiamenti. Stategli tutti vicini perché rimanere in serie A sarebbe come vincere un altro campionato. Inoltre il passo indietro di Zamparini sperò vada interpretato nel modo giusto. E’ stato chiamato un simbolo di Palermo, quindi adesso chiudete tutti un occhio e se c’è qualcosa da dire lo si dice a giugno. Adesso state tutti vicini a questa squadra. Perché ripeto: guardate che a Firenze si è visto un bel segnale».

Un pronostico per la gara di domenica?

«E’ una partita difficile perché il Chievo è una bella squadra, inutile girarci intorno. Però con l’entusiasmo e la fame che si e vista a Firenze, con uno stadio che nei momenti importanti ti trascina, il Palermo può anche fare il colpaccio. Vincere col Chievo sarebbe un grande risultato, perché quella gialloblù è una bella squadra e se non sei in forma ti punisce».