Escl. D’Agostino: «Udinese fondamentale. Non credo in addio Zamparini, deluso da…»

Gaetano D’Agostino, ex calciatore dell’Udinese e palermitano di nascita, intervistato in esclusiva da Ilovepalermocalcio, ha parlato della stagione rosanero, del futuro del club e anche dei suoi obiettivi personali. Queste le sue parole:

Domenica è in programma Udinese-Palermo. Che gara si aspetta?

«Sarà sicuramente una gara interessante, da seguire. Il Palermo ha bisogno di punti perché, pur non facendo risultati, ha ancora la possibilità di salvarsi visto che l’Empoli dista soltanto 7 punti. L’Udinese è sicuramente una buona squadra, Delneri ha dato una quadratura. I rosanero per vincere dovranno giocare con più motivazioni dell’Udinese, loro sotto il profilo della classifica sono tranquilli. Il Palermo dovrà scendere in campo come se stesse affrontando una finale perché saranno punti fondamentali e potrebbe avvicinarsi all’Empoli, che al momento mi sembra in difficoltà».

Il Palermo affronterà Udinese e Cagliari, l’Empoli invece Napoli e Roma. Potrebbero essere queste le partite decisive per riaprire il discorso salvezza?

«Secondo me sì. L’Empoli ha due partite proibitive e sulla carta non dovrebbe prendere nessun punto. Il Palermo invece con Udinese e Cagliari può conquistare dei punti importanti per sperare e dare una scossa a livello emotivo e mentale alla squadra».

In quale reparto ha le maggiori carenze la squadra rosanero?

«Adesso che faccio l’allenatore non parlo di carenze per rispetto dei ragazzi, della società e di Lopez. Dico soltanto che al Palermo, rispetto agli anni scorsi, manca quel talento in grado di risolvere le partite».

Da chi si sarebbe aspettato un rendimento maggiore in questa stagione?

«Nella squadra non ci sono nomi di spicco. Mi sarei aspettato qualcosa in più da Diamanti, però spero ancora nei suoi colpi, nei suoi calci piazzati. Se sta bene è in grado di cambiare le sorti di una partita. Domenica quando è entrato in campo ha dato la scossa e di fronte aveva la Roma, quindi per lui Udinese e Cagliari potrebbero essere due partite fondamentali per cercare di determinare di più».

Domenica, dopo i tanti errori di Posavec, abbiamo visto in campo per la prima volta Fulignati. Pensa sia una scelta fatta per tutelare Posavec?

«Posavec è un portiere di talento. E’ incappato, purtroppo per lui, in una stagione molto dura per il Palermo. Ricordo che quando ero al Pescara Perin subiva 3-4 gol a partita e alcune volte sbagliava anche, ma faceva anche delle grandi parate. A Posavec ho visto fare degli errori, ma anche grandi parate. Purtroppo quando hai davanti una squadra che subisce tanto il margine d’errore è più ampio. La scelta di far giocare Fulignati penso sia stata fatta per dare nuovi stimoli al reparto, ma anche per tutelare Posavec».

Dopo tanti anni Zamparini è andato via dal Palermo. Che idea si è fatto su questo addio?

«La mia domanda è se veramente sia andato via. Anche se ha dato l’incarico ad un’altra persona, non credo che Zamparini, dato l’affetto che prova per questa squadra, possa defilarsi cosi completamente. Penso che si defilerà in maniera graduale e continuerà a lavorare dietro le quinte. Magari l’ha fatto per dare una scossa all’ambiente e per dare un po’ di freschezza».

Molti sono scettici sul nuovo presidente Paul Baccaglini. Lei che sensazioni ha?

«Non lo conosco quindi non posso giudicarlo. Però in Italia dobbiamo cambiare mentalità, perché non è detto che una persona molto estroversa e con dei tatuaggi non possa fare del bene ad una squadra. Penso che prima di giudicare bisogna aspettare l’evolversi dei fatti. Io preferirei aspettare e poi giudicare. In questo momento l’obiettivo primario del Palermo è la salvezza, quello che verrà dopo ben venga».

Lei è nativo di Palermo, però non ha mai avuto l’opportunità di vestire la maglia rosanero se non nelle giovanili. Adesso che è diventato allenatore, culla il sogno di diventare allenatore della sua città?

«Più che un sogno è un obiettivo. Da calciatore non ci sono riuscito e allenare la squadra della mia città per me non sarebbe un onore, ma di più».