Corriere dello Sport: “Palermo solo alla meta. Già con meno abbonati del Cittadella, la società rosanero sconta le conflittualità ambientali col patron Zamparini”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” scrive in merito al distacco tra la tifoseria e la squadra. Ecco quanto si legge:

“Paradosso rosanero: stare in cima alla classifica nel silenzio. Quello del proprio tifo, solitamente maestro di calore. Il Palermo capolista ha portato sabato al Barbera poco più di 4.000 spettatori con pochissimi paganti, ennesima prova di una frattura ormai insanabile con Zamparini e che è indipendente dai risultati sportivi. Dopo gli ultimi anni di assurdità varie e il mancato passaggio di proprietà di quest’estate, la fi ducia fra il patron friulano e la città si è defi nitivamente interrotta. Peggio, si è innescato un meccanismo perverso che ha contagiato rabbia e dispetti persino all’interno della stessa tifoseria, fra coloro che comunque non sopportano più Zamparini ma vogliono sostenere i colori e andare allo stadio e i “puri e duri” che per mostrare il proprio dissenso, non si sono abbonati, disertano il Barbera e ritengono anche la squadra in qualche modo espressione di un presidente che non stimano. Alcuni ultrà entrano, intonano cori contro la proprietà e tifano per la squadra, molti altri manifestano all’esterno e giurano che torneranno solo a cambio societario avvenuto.
E’ UNA DISTANZA INCOLMABILE. Ne pagano ingiustamente le conseguenze tecnico e giocatori che hanno ricostruito un’immagine decente dalle macerie di ogni tipo trovate la scorsa estate. Tedino e Lupo, peraltro debuttanti in serie B, stanno lavorando con impegno e dedizione in una situazione niente aff atto rosea, eppure il Palermo, primato solitario a parte, ha una sua identità e certamente non tira mai indietro la gamba, cosa che dovrebbe piacere ai tifosi. Ma la distanza con il patron Zamparini resta praticamente incolmabile. I trionfi e i meriti del suo passato sono storia, la cronaca dice che da oltre tre anni la gestione societaria è più che discutibile (c’è sempre il macigno dell’inchiesta in corso della Guardia di Finanza) e soprattutto che la passione della tifoseria non è presa in considerazione. DATI ELOQUENTI. I dati sono più che eloquenti, Palermo, maggiore metropoli di B (poco meno di 700.000 abitanti), conta 2.063 abbonati, meno del Cittadella, ed è al 18° posto nella classifi ca dei tesseramenti cadetti. Ancora peggio il riscontro al botteghino partita dopo partita. Il patron continua a stupirsi, non accenna mai a una qualunque autocritica e dipinge a se stesso una realtà distorta («Non riesco a capire la reazione – ha dichiarato al sito uffi ciale – si dimentica dove ho preso il Palermo; la città invece di ricompensarmi dopo 15 anni di dedizione mi vede come uno straniero») ma del resto la sua sintonia con il modo di pensare dei palermitani è stata sempre molto scarsa. A 76 anni si dice sempre più stanco e pronto (davvero?) a lasciare e fa gestire le trattative più o meno segrete dallo studio Withers, specialista internazionale di transazioni sportive. Resta fi tto il dialogo fra gli avvocati delle parti, sia con la cordata italo americana di Frank Cascio ma anche con l’incognita di un ritorno di fi amma di Paul Baccaglini. Ma in mezzo a due diligence o garanzie bancarie, sarà sempre Zamparini a dire l’ultima parola. TEDINO NEL MEZZO. In mezzo una città dove si intensifi ca il dibattito su «come tifare per il Palermo e non per Zamparini» ed un gruppo tecnico che si batte per ridare il calcio che splende al Barbera. Tedino per ora non può contare sull’arma dell’entusiasmo che in passato ha sempre caratterizzato la Sicilia, ma non sarà questo a fermarlo”.