Corriere dello Sport: “Palermo, il closing si allontana. Situazione irreale: dirigenza defilata e presidente a Miami”

Il Palermo è sparito, sul campo come fuori. L’assenza nel rettangolo di gioco, testimoniata da quei 18′ in cui la squadra ha preso 5 gol dalla Lazio, fa il pari con l’assenza della società, probabilmente concentrata in questo momento sul passaggio di consegne che dovrebbe avvenire entro fine mese. Il vuoto attuale fa spavento: al seguito dei rosa a Roma gli unici dirigenti erano Stefano Pedrelli, il cui ruolo ufficiale peraltro sarebbe tutt’altro (consulente del presidente per la gestione generale), ed il segretario Roberto Felicori, entrambi presenti per spirito di servizio ma a fine mandato ed ansiosi, come tutti, solo di chiudere questa allucinante stagione per volare verso altri lidi. Nessuno realmente in grado di intervenire, di dare un segnale o prendere un provvedimento ufficiale, che sia un ritiro, una multa, una dichiarazione o qualsiasi altra cosa. Dopo le dimissioni di Nicola Salerno, il quarto ds della stagione, manca del tutto una figura intermedia, a dimostrazione che ormai la nave è abbandonata a se stessa. Il punto di riferimento resta solo Diego Bortoluzzi, un allenatore arrivato appena due settimane fa e scelto per gestire una retrocessione ormai inevitabile. Slitta il cloSing? La situazione è preoccupante. Il presidente Baccaglini, che della comunicazione aveva fatto una bandiera nei primi giorni del suo avvento, per adesso tace: è segnalato a Miami e dovrebbe rientrare a Palermo fra domani e dopodomani, nei giorni caldi annunciati per la chiusura della trattativa. E’ evidente che il problema del futuro del club è più importante del presente, per quanto umiliante. L’operazione finanziaria è complessa e certamente non facilitata dai risultati sportivi, che sviliscono ancor di più il “prodotto” rosanero. Ma adesso bisogna offrire certezze, trovare la copertura finanziaria per arrivare ad un reale cambio di proprietà, e contestualmente stilare un progetto di rilancio. E’ probabilmente questo il fronte su cui le parti stanno lavorando in queste convulse giornate. Il riserbo resta strettissimo e quasi impenetrabile. L’ago della bilancia resta sempre Zamparini, perché la trattativa riguarda la ristrutturazione di tutto il suo patrimonio e dunque lo vede ancora pienamente protagonista. Baccaglini si era augurato non solo di rispettare i tempi previsti per il closing, ovvero il 30 aprile, ma addirittura di anticiparli. L’ipotesi oggi sembra di difficile realizzazione e c’è invece la fondata sensazione che le parti possano posticipare la scadenza, peraltro già fissata di domenica e con la festività del 1° maggio a ridosso. Il closing potrebbe slittare a metà maggio o magari al termine del campionato. L’eventuale ufficialità del trasferimento delle quote di Zamparini alla neonata società YW&F Global Limited non disperderebbe poi del tutto le nubi dell’operazione: per non correre rischi il “nuovo” Palermo dovrebbe comunque predisporre un piano di rientro dei debiti, soprattutto nei confronti delle banche, e fornire come già ricordato precise garanzia di solvibilità alle istituzioni calcistiche. Due verDetti. Insomma la paura del futuro per la città che osserva palpitante è quasi maggiore delle ferite inflitte dall’indecoroso rendimento della squadra negli ultimi mesi. Domenica prossima dunque potrebbero arrivare due verdetti precisi: la retrocessione in B, che diventerà matematica se il Palermo perderà dalla Fiorentina al Barbera, e il cambio di proprietà del club“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.