Corriere dello Sport: “Palermo, con il Cagliari Lopez si gioca il futuro. Baccaglini…”

“Passato, presente e futuro in novanta minuti. Quelli contro il Cagliari. Sfida estrema alle ambizioni di squadra e a quelle personali. Il Palermo per la salvezza e per dare a Baccaglini un preciso punto di riferimento; Diego Lopez, il guerriero col Cagliari tatuato sul cuore, per aprire, ancora in un’isola, una seconda e appassionante avventura. E per chiudere nel cassetto dei ricordi la sua “seconda pelle” ora che c’è Paul con il rosa come simbolo di fiducia e di riscossa. Anche per il tecnico un finale da dentro o fuori. Perché se il nuovo presidente lo sostiene, convinto che “fino al termine non si tocca”, è anche vero che la sua riconferma passa dai risultati ma ha, come presupposto, l’idea di un Palermo giovane e delle nuove frontiere, autentica svolta di uomini e di programmi, come mai successo. Condizione indispensabile perché Lopez resti. La retrocessione accelererebbe più che mai l’avvio di una rivoluzione che Baccaglini ha già anticipato a livello di marketing. Baccaglini e Lopez diversamente giovani. Uno, il presidente, si nutre, e cresce, con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione e la diffusione capillare dei media; l’altro per definizione è un combattente, il leader dello spogliatoio, uno che non si tira mai indietro e che non si arrende, reticente e diffidente per evitare intromissioni. Con Zamparini non avrebbe avuto vita facile. E si è capito. Le sue indecisioni sul modulo e sugli interpreti, i silenzi o meglio le bugie sui temi più scottanti, il fatto che non abbia ancora individuato i leader ai quali affidare l’impresa “impossibile” sono segnali evidenti dei rischi che corre. Dalla sua Lopez ha l’attaccamento della squadra. Fu così anche a Cagliari, colori e città della sua vita calcistica, miti che deve abbattere per convincere lo scetticismo dell’ambiente e per affiancare Baccaglini nel progetto di un cambio radicale di usi, costumi e sistemi. Siamo alle strette. Nove partite al massimo per capire. Lopez non può più tergiversare sulle scelte che riguardano i portieri, la coppia centrale, la difesa a tre o quattro, la composizione del centrocampo e del tridente. E soprattutto sia chiaro, una volta per tutte. Le incertezze che hanno accompagnato Posavec e Fulignati, le difficoltà nella scelta dei difensori, la fiducia data e ritirata a Gonzalez e Goldaniga, le indecisioni su Aleesami, la promozione e la bocciatura di Jajalo, il recupero a singhiozzo di Gazzi, la sfiducia sulle indubbie qualità e sul mestiere di Diamanti, le punizioni a soggetto e per una singola partita, vedi Trajkovski e Goldaniga, la ricerca affannosa degli esterni d’attacco e di un centrocampo in grado di accompagnare Nestorovski, costituiscono elementi di riflessione. Per lo stesso Lopez e per Baccaglini. E il tempo stringe. Il calendario sarebbe  in discesa se il Palermo non avesse dimostrato la sua impotenza recuperando all’Empoli un solo punto nelle ultime sei partite, tre in sette e quattro in otto. Cinque il bottino di Lopez da quando ha sostituito Corini, con l’Empoli fermo a un punto e sette sconfitte contro le cinque dei rosanero. Ammesso che il trend continui, il Palermo si ritroverebbe nella condizione di giocarsela nel testa a testa finale. Ma l’Empoli farà altre otto settimane di scena muta? Ecco perché, con l’Empoli a Roma, il Palermo non ha altra soluzione che battere il Cagliari e sperare… In attesa poi degli altri due turni che vedono l’avversario impegnato contro il Pescara e a Firenze, mentre il Palermo a San Siro con il Milan, poi contro il Bologna. Vietato addormentarsi. Un presidente non si augurerà mai di intestare la rifondazione societaria ad un allenatore perdente. Figuriamoci Baccaglini, abituato a sorprendere sul piano della comunicazione e di una gestione coinvolgente, legata alle attese e alle potenzialità del territorio. Non è una questione di quattrini, di Ranieri o di un emergente, ma di fiducia, di entusiasmo e di strategie innovative”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.