Corriere dello Sport: “Nazionale: Ancelotti apre, ecco le sue condizioni”

“In questo marasma di intrecci e scontri politici, c’è finalmente una posizione chiara. Che ovviamente non è di un politico, ma di un tecnico: Carlo Ancelotti potrà diventare ct della Nazionale (diciamo che ci sono buone possibilità), ma non diventerà mai ct della Nazionale per coprire le spalle a Tavecchio. Precisiamo ancora: se diventerà l’allenatore della Nazionale, non accadrà adesso, entro la fine dell’anno (come vorrebbe la federazione), ma fra tre, quattro, cinque mesi, quando la situazione sarà più chiara. Lo diventerà anche con Tavecchio presidente, ma solo se tutti i problemi, tutte le vicende tristi e ingarbugliate saranno risolte. Per fare un esempio recente, Ancelotti non avrà la stessa funzione-ombrello di Conte, non vuole mettersi nella condizione di rispondere alla stessa domanda che venne fatta all’ex allenatore della Juventus il giorno della presentazione da ct: “Lei è stato ingaggiato anche perché Tavecchio aveva bisogno di un grande nome”. Se Conte era un ombrello, Ancelotti sarebbe un ombrellone, ma accetterà solo se sopra la sua testa (e sopra la testa della federazione) splenderà il sole. Altrimenti resterà dov’è, a Vancouver, a pescare salmoni, in attesa che qualche club della Premier (il Chelsea), della Ligue 1 (il Psg e il Monaco), della Liga (l’Atletico Madrid) gli faccia una telefonata. CT DA GIUGNO. C’è anche un aspetto economico-burocratico a ostacolare la conclusione rapida. Da qui alla fine della stagione, Carletto è sotto contratto col Bayern e avendo un ingaggio da 8 milioni l’anno, deve incassarne la metà. La federcalcio non potrebbe mai sostituirsi al Bayern con quell’ingaggio, anche perché da qui alla fine della stagione si giocheranno solo due amichevoli, con Argentina e Inghilterra: ogni amichevole costerebbe alla Figc la bellezza di 4 milioni di euro solo per il nuovo ct. Non si può. Avendo individuato in Ancelotti il futuro tecnico, la Figc dovrà affidare la Nazionale per quelle due amichevoli a un tragettatore. Fra i nomi, c’è anche quello di Gigi Di Biagio. Ancelotti ha parlato col dg della federcalcio Michele Uva (erano insieme a Parma) e sono rimasti d’accordo che riparleranno della questione quando in federazione non ci sarà più confusione. Dopo Uva…l’assedio è proseguito con Galliani. Anche la telefonata del suo ex amministratore delegato ai tempi del Milan (quando era stato tra i grandi elettori di Tavecchio) aveva lo stesso scopo: riportarlo in Italia da ct. C’è il sì di Carletto, che sarebbe comunque orgoglioso di tornare a casa sua da ct, ma alle condizioni che abbiamo detto sopra e altre ancora. Chiederà un contratto quadriennale (fino a Qatar 2022), uno staff tutto suo, con personaggi che hanno già lavorato con lui (Maldini?), un incarico ampio che riguarda il settore giovanile e una totale autonomia di azione. A inizio di dicembre Ancelotti sarà in Italia, il 3 sarà ospite alla “Domenica Sportiva”. In tutto questo ieri Conte da Londra a domanda sul suo ritorno da ct ha risposto in modo elegante: «E’ un momento estremamente difficile, con tanti problemi. La federazione deve prendersi tutto il tempo necessario per individuare come risolvere questi problemi». IL CONSIGLIO. La partita è aperta, apertissima. Carlo Tavecchio ha scelto di giocare la sua dentro il Consiglio, incassando prima la fiducia per poi (solo poi) andare dal ct. Non vuole, non vorrebbe una maggioranza risicata. Il presidente avrebbe bisogno di qualcosa di più ampio, per riempire di contenuti e di forza politica le mancate dimissioni. Bisogna vedere se riuscirà ad averla. Il Coni (impegnato negli Stati generali proprio da lunedì) e il Ministero dello Sport guarderanno da spettatori (mica tanto) più intenzionati ad un cambiamento radicale e di rifondazione che al Tavecchio ter. E Malagò domenica sera in tv da Fazio all’“Aria che tira” probabilmente lo ribadirà ancora. Come ha già fatto con il ministro Lotti”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.