Closing Palermo: la storia infinita che rischia di diventare un fuoco di paglia

“30 aprile”, “8 maggio”, “venerdì 12”, “no…settimana prossima”… Questi sono solo alcune delle date fissate (la maggior parte non rispettate) per il closing, rese note nei giorni scorsi anche attraverso comunicati ufficiali. Alcuni firmati dalla società, altri da Baccaglini. E i giorni di attesa adesso sono destinati ad aumentare ancora. Se ad aprile sono state le festività a rallentare la chiusura dell’affare, a maggio i ritardi hanno una motivazione del tutto diversa.

Banche e avvocati da settimane stanno cercando di far quadrare i conti per poter raggiungere nel più breve tempo possibile ad un accordo definitivo. Tuttavia, ogni giorno sembra esserci un nuovo intoppo: dalle festività del primo maggio ai weekend di mezzo, fino alle poche garanzie del gruppo YW&F Global Limited e al valore del club ribassato dopo la retrocessione in serie B.

Proprio quest’ultimo motivo avrebbe fatto registrare nella giornata di ieri una brusca frenata nella trattativa. Il Palermo, infatti, retrocedendo in serie cadetta ha chiaramente perso valore e non varrebbe più il prezzo pattuito in precedenza tra Zamparini e Baccaglini (prezzo rimasto top secret a causa di un patto di riservatezza). A voler rivedere il valore del club, pare siano proprio gli investitori britannici dietro la Global Limited. Per questo motivo servirà almeno un’altra settimana, o forse due, per poter giungere al tanto agognato closing.

Nel frattempo i tifosi continuano a chiedere chiarezza allo stesso Baccaglini. Lo hanno fatto domenica nel corso di Palermo-Genoa con l’inequivocabile coro: “Baccaglini, vogliamo chiarezza!”. Chiarezza che, a dir la verità, a Palermo manca non da marzo, ma da un’intera stagione. Se non di più.

D’altronde era impensabile arrivare al closing in soli due mesi dall’annuncio del passaggio di testimone da Zamparini a Baccaglini, visti anche i tanti dubbi sugli investitori. Annuncio seguito da una serie di dichiarazioni, promesse e progettazioni a dir poco precoci. Dal 6 marzo, giornata in cui Zamparini diramò il comunicato presentando l’ex Iena come nuovo presidente, ad oggi solo parole, parole e tante parole. Talvolta anche paroloni, che forse andavano pronunciati a closing fatto.

Un passo avanti che rischia di diventare un enorme passo indietro. Le voci e le ipotesi sul futuro del club, in caso di mancato accordo per il closing, non sono delle più rosee. Il Palermo adesso si ritrova con una serie B da programmare, una squadra da rifondare e un piano dirigenziale che potrebbe rivelarsi un vero e proprio fuoco di paglia.