Caro Palermo, non c’è niente di buono nel pari col Cittadella

Non c’è due senza tre. Anche contro il Cittadella il Palermo non è andato oltre il pareggio, ma questa volta la situazione in classifica è peggiorata. Se infatti finora i rosanero erano riusciti a mantenere il secondo posto grazie alle “imprese” altrui, ieri le cose sono cambiate. Le vittorie di Parma e Frosinone hanno fatto scivolare la formazione di Bruno Tedino in quarta posizione e la promozione diretta, seppur ancora possibile, appare difficile da conquistare.

E’ vero, al termine della regular season mancano ancora sei giornate, ma le ultime uscite del Palermo sono preoccupanti. Tre lunghezze in quattro partite sono un bottino misero per una squadra che ambisce alla massima serie senza passare di play off. Il punto conquistato ieri sera a Cittadella sarebbe stato d’oro se i rosanero non avessero buttato alle ortiche le precedenti occasioni in casa contro Pescara e Cremonese. E’ infatti proprio in virtù degli ultimi due deludenti pareggi casalinghi che appare difficile trovare qualcosa di buono nello 0-0 del “Tombolato”.

Nessun passo avanti rispetto alle recenti prestazioni, al contrario si è vista una squadra in balia dell’avversario. Almeno per tutto il primo tempo. Una sola l’occasione pericolosa targata Palermo, quella di Trajkovski su calcio di punizione. Poi il nulla, a parte diversi interventi di Pomini. I rosanero sono apparsi talmente anonimi, spenti ed in confusione che neanche l’alibi legato agli infortuni ormai regge. D’altronde i problemi fisici di gran parte della rosa sono un leitmotiv che accompagna il Palermo sin dal ritiro pre-campionato. La differenza è che rispetto a qualche mese fa, oggi la squadra di Tedino non riesce ad essere più forte delle difficoltà. Elemento che aveva contraddistinto il cammino dei rosanero per tutto il girone d’andata ed a questo punto viene da chiedersi a cosa serva il mental coach portato da Valoti poco più di un mese e mezzo fa.

Così come ci si chiede quando e se si vedranno i frutti degli esoneri di match analyst e preparatore atletico, anche questi opera del nuovo direttore sportivo. Restano solamente 6 giornate e la situazione al momento è immutata. Sul piano tattico, invece, a cambiare qualcosa ci ha provato Tedino, che ieri sera ha optato per la difesa a quattro. Scelta obbligata o mossa disperata per provare ad invertire il trend? Il confine è sottile. Il tecnico ex Pordenone si giocava d’altronde il tutto per tutto. In palio c’era la panchina e ad oggi pare che l’abbia nuovamente salvata. Sabato si gioca di nuovo e tra infortuni e squalifiche la gara con l’Avellino è già compromessa. All’andata proprio contro i bianconeri era arrivata la svolta e questo sembra un buon momento per affidarsi alla Kabbalah.