Bellusci in sala stampa: «Stavo male ma ho voluto giocare lo stesso. Ho paura solo…»

Giuseppe Bellusci, difensore del Palermo, è intervenuto oggi pomeriggio in conferenza stampa per parlare della sua attuale condizione fisica e di ciò che accade in casa rosanero. Ecco le dichiarazioni del difensore raccolte in sala stampa da Ilovepalermocalcio:

CONDIZIONE FISICA: «Non sto bene purtroppo. C’era un rischio e parlando con tutti abbiamo deciso che il rischio andava corso, il dottore aveva detto che non ero al 100% ma mi sono impuntato e mi assumo tutte le responsabilità. C’è stata una ricaduta molto meno grave rispetto alla prima volta. Non è stata premiata la troppa voglia di tornare in campo».

RESPONSABILITA’: «Le persone che sbagliano sono quelle che si prendono le responsabilità, io mi sentivo abbastanza bene. Mi era capitato già di rischiare, spesso mi è andata bene ma non questa volta, mi dispiace. Vedremo come andrà nei prossimi giorni, la diagnosi dovrebbe essere sui 30 giorni di stop. Lavorerò anche di notte per accorciare i tempi».

AVELLINO: «Ho contribuito a svoltare la cattiveria messa in campo, dimostrando che siamo forti e che abbiamo attraversato un momento di difficoltà evidente. Però ci siamo riaccesi e dobbiamo riportare quel fuoco che c’era e che abbiamo visto domenica. Non si deve vedere dopo i primi 10 minuti fatti alla grande o dopo il primo gol dove siamo calati leggermente, è lì che dobbiamo continuare a fare la partita che abbiamo visto nei primi minuti. Da qui alla fine faremo tutto con l’acceleratore a 300 km/h».

FATTORE PSICOLOGICO: «Tutto è importante. Sicuramente l’organizzazione fa la differenza. Da qui alla fine è normale che le gambe non siano come a novembre, ma con la testa non possiamo permetterci di mollare, significherebbe non capire l’importanza della serie A. Dal punto di vista fisico si sopperisce con quello mentale. Dal punto di vista organizzativo c’è Tedino che darà le migliori indicazioni partita dopo partita».

SACRIFICIO NECESSARIO: «Abbiamo contribuito tutti a riaccendere la fiamma. Siamo tutti a portare la scintilla per andare in serie A, è il nostro lavoro e il nostro obiettivo. Dobbiamo solo andare dritti percorrendo a tutta forza la strada, sfondando anche un muro se mai ci fosse. Ho sempre detto che come squadra siamo completi e tanto forti, poi è normale che le qualità sono diverse tra i giocatori. Dal punto di vista tecnico-tattico non rimpiango nessun giocatore, quando sono stati chiamati tutti in causa hanno fatto la loro prestazione».

PAURA INFORTUNIO: «Sapevo già di non star bene anche prima del match, ma mi sono assunto la responsabilità seppur il dottor mi aveva detto che non ero pronto. Ci ho messo la faccia perché volevo giocare. Rifacendo solo il movimento fatto a Frosinone dove mi sono fatto male, avrei avuto la ricaduta, così come è successo contro l’Avellino. Se in 90 minuti non succede quel movimento specifico magari finisco la partita. Ho provato con la fasciatura ma non andava bene, l’ho fatto anche per far scaldare Accardi. Ho stretto i denti per questo motivo».

ACCARDI: «Mi taglierei una gamba pur di giocare. Andrea, per me, è un giocatore pronto alla serie B. Si è sempre allenato con professionalità e nel suo serbatoio ha una buona conoscenza per affrontare il campionato cadetto».

RIMPIANTI: «Inconsciamente qualcosa per strada l’hai lasciata, magari ti sei cullato in qualche dettaglio. Ma non credo sia la risposta che dare io. Io ho sempre camminato forte e continuo a farlo. Si è spento il fuoco per vari motivi, qualcuno non sta bene o magari non vinci una partita. Entri dentro un tunnel e dopo succedono tante cose. Basta una sciocchezza per entrare nel tunnel ma basta anche una sciocchezza per ritornare alla luce, come successo con l’Avellino. Dobbiamo andare forte per sbranare tutto quello che viene davanti».

ALTRE CONTENDENTI: «Non saprei chi “gufare” degli altri. Non so contro chi giocano Parma e Frosinone, dico la verità. Ho paura solo di noi stessi, perché se non giochiamo al massimo ho paura del Palermo. Se giochiamo al massimo so benissimo che le vinciamo tutte. So che siamo in grado di vincere tutte e cinque le partite, non ci deve essere timore o dispersione di energia».

ATTITUDINE IN EMERGENZA: «Può essere un motivo psicologico. Non è nel fattore conscio della persona ma in quello inconscio. Nel momento di difficoltà tiri fuori più energie di quelle che hai, dobbiamo tirarle fuori anche quando non siamo in emergenza. Si è “sufficienti” e non bisogna esserli mai».

LA GUMINA: «Nino è fortissimo, va lasciato giocare tranquillo. Sa cosa deve fare, si è comportato benissimo quando è stato chiamato in causa. Fa degli errori, come tutti. So cosa ha dentro e non ha bisogno di motivazioni esterne, sa trovare la cattiveria giusta dentro. E’ normale che tatticamente fa degli errori ma solo perché è giovane».

CALCOLI PER LA A: «Io non faccio calcoli. Non so se la società fa calcoli. Io con sincerità penso solo a vincere venerdì. Dopo riparti e vinci la prossima. Dobbiamo lavorare in funzione di cosa dobbiamo fare. Sempre così dobbiamo lavorare fino alla fine. Col Venezia la vinciamo, dopo si penserà alla prossima».

RESOCONTO STAGIONALE: «Durante il percorso ci sono sempre difficoltà purtroppo. Ho sempre notato negli anni in cui ho giocato che l’equilibrio è la chiave. Quando non c’è, si fa fatica. Quando per un filotto di vittorie ti esalti e perdi l’equilibrio entri nel tunnel e puoi non uscirne più. Quindi ho capito, dal mio punto di vista, che l’equilibrio è la chiave di tutto».